La battaglia per la privacy del principe Harry con un tabloid potrebbe portare i reali in tribunale

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L’avvocato dello studio legale internazionale Withers, Amber Melville-Brown, ha dichiarato che la causa per violazione della privacy intentata dal principe Harry contro l’Associated Newspapers Limited (ANL), l’editore del Daily Mail e del The Mail on Sunday, ha molte probabilità di andare in giudizio.

Questo sviluppo potrebbe costringere i membri della famiglia reale a testimoniare in tribunale. L’ANL ha chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che le accuse sono troppo vecchie e superano il periodo di prescrizione di sei anni.

Melville-Brown ha dichiarato a Newsweek che è probabile che la richiesta di giudizio sommario non venga accolta e che il caso vada avanti fino al processo. Ha detto che l’obiettivo del Principe Harry potrebbe essere quello di far sì che l’ANL fornisca prove in diretta presso la Corte Reale di Giustizia per ritenere l’editore responsabile delle sue presunte attività illegali.

Tuttavia, ha messo in guardia sul fatto che questo approccio potrebbe portare altri membri della famiglia reale a essere coinvolti nella mischia delle prove e della pubblicità, e forse anche a essere chiamati al banco dei testimoni.

Nei documenti depositati in tribunale, il Principe Harry sostiene che Buckingham Palace ha deliberatamente nascosto a lui e al Principe William informazioni sulle attività di hacking telefonico. Sostiene inoltre che la sua conversazione privata con il Principe William su una fotografia della Principessa Diana sia stata violata.

Melville-Brown ritiene ironico che il principe Harry abbia coinvolto il fratello nel caso, affermando che l’avvocato della famiglia reale aveva ricevuto istruzioni di non coinvolgere i due principi in questioni legate all’hacking telefonico.

Il principe Harry è uno dei tanti personaggi di alto profilo, tra cui Elton John, David Furnish, Elizabeth Hurley e Sadie Frost, che hanno fatto causa alla ANL per violazione della privacy. I ricorrenti sostengono che l’ANL si è introdotta in una proprietà privata impiegando investigatori per intercettare case e auto e registrare le conversazioni telefoniche.

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Sostengono di non essere stati informati dell’hacking fino a quando un giornalista non ha fornito loro un registro con i dettagli dei pagamenti dell’ANL a questi investigatori, alcuni dei quali avrebbero ammesso di aver violato informazioni per conto del Daily Mail.