Recensione: Stillwater manca di forza emotiva

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In Stillwater, seguiamo Bill (Matt Damon) mentre viaggia a Marsiglia, in Francia, per visitare sua figlia Allison (Abigail Breslin). Tuttavia, è tutt’altro che una visita normale, dato che lei sta scontando una pena detentiva negli ultimi 4 anni, essendo stata accusata di aver ucciso il suo compagno di stanza e amante infedele. Bill e Allison si sono allontanati, ma lui ha accettato di farle visita e cercare di aiutarla con la sua situazione.

Per quanto intrigante possa essere questa sinossi, c’è una deludente mancanza di sviluppo del personaggio tra Bill e Allison, specialmente considerando il fatto che la loro relazione è destinata ad essere estranea e complessa. A parte alcune scene veloci in cui lui va a trovarla in prigione, e altre che seguono in seguito, non riusciamo davvero a sapere molto della loro storia e i personaggi sembrano abbastanza bidimensionali. Poiché non c’è davvero alcuna profondità in questi personaggi, ci si chiede perché mai Bill abbia deciso di investire così tanto tempo, denaro e risorse per aiutare sua figlia. Perché un uomo dovrebbe volare per il mondo se fosse così… indifferente?

Invece, il film si concentra principalmente sulla relazione di Bill con la donna locale Virginie (Camille Cottin), che inizialmente convince ad aiutarlo a tradurre una lettera datagli da Allison. Man mano che il film procede, si avvicina sia a Virginie che alla sua giovane figlia, e alla fine si trasferisce da loro. Questo è precisamente il più grande problema di Stillwater: invece di concentrarsi sulla pressante questione della pena detentiva di Allison, sembra partire per una tangente sulla nascente e inevitabile storia d’amore di Bill con Virginie, e sulla sua relazione paterna con la figlia di lei. Vediamo più questi personaggi che Allison, che dovrebbe essere al centro di questa storia.

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Questo seguito non sarebbe stato male se fosse stato credibile, ma ancora una volta non è convincente e non c’è chimica tra Virginie e Bill. Detto questo, il modo in cui lui lega con la figlia di lei sembra più plausibile, e ci sono alcune scene commoventi che elevano il film in una certa misura e sollevano alcune domande sul fatto che questo sia o meno Bill che cerca di essere di nuovo padre, avendo avuto un rapporto difficile con Allison. Questo non è mai veramente confermato, ma è così, e ci sono state alcune scene che ho apprezzato per questo particolare tema.

Matt Damon ha un numero impressionante di film al suo attivo, ma questo non è certamente il suo ruolo più forte, e questo è probabilmente dovuto alla mancanza di storia del suo personaggio. Bill è abbastanza noioso e non c’è niente in lui, il che non è ideale quando si vuole seguire un protagonista durante un periodo turbolento della sua vita. Si muove lentamente nel film, senza mai essere veramente sviluppato e senza mai esprimere vere emozioni. È una performance strana, e non sarà ricordata come una delle migliori di Damon.

Con una durata di 2 ore e 19 minuti, ci si sarebbe aspettati più scene incentrate su Allison e sul caso in questione, dato che ne passiamo molte cercando di riempire gli spazi vuoti e di capire cosa sia successo qui. Poiché la personalità di Allison non è veramente sviluppata, è difficile provare simpatia per lei, rendendo l’esperienza piuttosto confusa. Quando è sullo schermo, la sua presenza non è neanche lontanamente così forte o toccante come avrebbe potuto essere, dato che suo padre è apparentemente disposto a rischiare tutto per provare la sua innocenza.

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Il ritmo del film è in gran parte lento, ma sfortunatamente è al limite del tedio perché ci sono molte scene che non avevano davvero bisogno di essere lì, e che avrebbero potuto essere sostituite con altre che davano effettivamente qualche informazione al pubblico. È ancora più deludente che Amanda Knox non sia stata consultata per questo film, dato che era vagamente basato sulle sue esperienze personali e sul suo famigerato caso che è stato adattato molte volte prima. Coloro che cercano un dramma criminale che faccia riflettere non troveranno nulla di tutto ciò qui, dato che non c’è nulla che metta alla prova il pubblico.

Mentre il film è ben girato e il talento c’è, non colpisce davvero le note giuste, e una volta che i titoli di coda rotolano è facile non sentire nulla, che non è quello che si vuole da un film il cui trailer implicava che sarebbe stato straziante e pesante. Questa è una delusione se si considera il lavoro che il regista Tom McCarthy ha fatto in film come Spotlight, The Visitor e persino Up della Pixar, storie che sono piene di cuore e argomenti complicati. Stillwater aveva tanto potenziale, ma non ne è stato all’altezza, mancando della forza emotiva che molti hanno associato al lavoro di McCarthy nel corso degli anni.

Voto: 2/5