Recensione di Athidhi (2023): Il film horror stantio è un fuoco di paglia ripetitivo

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Recensione di Athidhi (2023): Questa serie televisiva horror-thriller è scritta e diretta da Y.G. Bharath e ha come protagonisti Venu Thottempudi, Avantika Mishra, Gayatri Chaganti, Venkatesh Kakumanu, Ravi Varma, Bhadram, Gautam Aditi, Chanakya Teja e altri. La serie è composta da 6 episodi, ciascuno della durata di circa 30 minuti.

Trama Athidhi

Quando una misteriosa ospite si presenta alla sua porta in una notte di pioggia, Ravi Verma è colpito dalla sua bellezza. Tuttavia, non si tratta di un ospite qualunque e, con il passare della notte, iniziano a verificarsi eventi terribili che Ravi non riesce a cancellare. Purtroppo, la situazione non è così semplice come sembra, con la caccia che diventa cacciatore e cose spettrali che escono da dietro le porte chiuse.

La recensione di Athidhi non contiene spoiler.

Recensione di Athidhi

Athidhi cerca di spaventarci con la solita donna dai capelli lunghi in cerca di vendetta per qualcosa del passato. La pioggia e i tuoni non contribuiscono a rompere lo stereotipo stereotipato per cui il genere è diventato noto, soprattutto nei media indiani, ma credo che il pubblico indiano si sia allontanato da questo stereotipo che non emoziona e non fa rabbrividire.

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La serie, che ha una durata abbastanza breve da creare un impatto senza essere troppo fastidiosa, non riesce a sfruttare questo aspetto a suo vantaggio a causa di una scrittura prevedibile e, francamente, imbarazzante, con nulla che faccia anche solo lontanamente paura dal momento in cui inizia. I personaggi, che cercano di essere molto misteriosi per creare una sorta di shock, sono poco interessanti e noiosi e non hanno nulla da offrire oltre ai ruoli che sono stati loro assegnati. Ravi è il protagonista di turno, sicuro di sé ma che ha chiaramente qualcos’altro dietro le quinte, Savari è quel fastidioso YouTuber che urla “fantasma” non appena vede una donna, e l’ospite misteriosa Maya è, beh, misteriosa.

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Non c’è nulla in Athidhi che vi faccia sentire spaventati o che vi faccia correre la mente chiedendovi cosa stia succedendo. Il Savari di Venkatesh Kakumanu è così fastidioso: è il personaggio tipico dei film horror che urla alla minima provocazione (o alla sua mancanza) ed è una seccatura generale. Non riesco a capire perché urli continuamente, chiedendo a Ravi di andarsene con lui quando nessuno gli chiede di restare in questa villa fatiscente. Anche il disinteresse di Ravi per tutto ciò che accade smorza notevolmente l’atmosfera e fa sembrare che non sia interessato a fare altro che guardare tutti con uno sguardo pesante.

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Vorrei anche sapere perché i fantasmi vogliono adornarsi di gioielli e sognare di vedersi come una sposa ai giorni nostri – le donne non hanno altro desiderio che sposarsi? Siamo nel 2023; le donne hanno altre speranze e sogni che non riguardano il matrimonio. Sarebbe quindi bello se le donne (indipendentemente dal fatto che siano vive o meno) volessero vendicare qualcos’altro, oltre al loro bisogno incompiuto di essere una sposa.

Nella seconda metà di Athidhi, il film si addentra in questa strana tana del coniglio in cui le cose accadono solo perché è un tentativo zoppo di incuriosire e introduce continuamente colpi di scena che sono meno emozionanti e più inutili e fastidiosi. Il motivo per cui questi personaggi si trovano insieme in questa situazione sarà l’unica cosa a cui penserete. Almeno rinuncia completamente a cercare di essere un horror e diventa un thriller, ma non risponde mai veramente al perché qualcuno stia facendo qualcosa o perché questi personaggi siano come sono. Il film risulta un po’ banale e dozzinale e non fa paura né incuriosisce.

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Il problema di Athidhi non sono i colpi di scena, ma il fatto che siano così prevedibili e ricordino così tanti altri film horror da risultare imbarazzanti. Gli appassionati del genere saranno in grado di ricordare da dove ogni scena è stata ispirata, ma detto questo, l’ultimo episodio è un colpo di scena abbastanza divertente e vi darà un bello shock a prescindere da quanto sia stantio. Il contegno disinteressato di Venu Thottempudi si spiega in qualche modo verso la fine, ma d’altronde, con una prima metà noiosa e ripetitiva, la maggior parte degli spettatori sarebbe disinteressata alla seconda.

 

Anche gli altri sono bravi, anche se il Savari di Venkatesh Kakumanu ha bisogno di qualcos’altro per funzionare, oltre che di essere il buffo ragazzo che urla in ogni momento inopportuno. Almeno a Maya viene dato qualcosa in più da fare, a parte l’aspetto minaccioso. Nell’ultimo episodio si assiste a un’enorme fuga di notizie che viene stranamente sbattuta in faccia ai personaggi e a noi. Un tentativo forzato di creare un po’ di retroscena è noioso al massimo e del tutto inutile.

Recensione di Athidhi: Pensieri finali

Alla fine, l’unico colpo di scena divertente di Athidhi non riesce a salvarlo dall’essere un thriller horror stantio e vuoto, che non ha altro scopo se non quello di pompare insieme scene già viste di altri show e cercare di creare un’esperienza misteriosa e d’impatto che non arriva mai.

Athidhi è in streaming su Disney+ Hostar.