Recensione di Street Flow 2: Banlieusards 2 è un film francese di genere sociale uscito su Netflix il 27 settembre 2023, interpretato da Kery James, Jammeh Diangana, Bakary Diombera, Kani Diarra, Mahamadou Coulibaly e altri. È stato scritto da Kery James, che ha anche diretto il film insieme a Leila Sy.
Ora in streaming sulla piattaforma OTT, il sequel del film del 2019 è disponibile con sottotitoli in inglese e audio doppiato per il pubblico internazionale. Il film ha una durata di 98 minuti e ruota attorno ai fratelli Traore che sono ancora al centro di una lotta più grande per un futuro migliore in uno squallido sobborgo parigino dove dilagano violenza, discriminazione, tradimento e vendetta.
La recensione di Street Flow 2 non contiene spoiler.
Recensione di Street Flow 2: Discussione
La serie di film francesi è tanto incentrata sui personaggi che lottano per inserirsi quanto sull’apertura di una conversazione sulla brutalità, la discriminazione e la persecuzione che segue contro le minoranze che vivono nella periferia parigina. Presentandoci tre fratelli, il film permette di rappresentare il dolore di tre generazioni diverse. Nonostante le grandi differenze nelle personalità dei tre fratelli, essi sembrano ancora bloccati nella prigione della loro situazione socio-politica in una società contemporanea.
Tuttavia, tutte queste parole sembrano essere troppo grandi quando si tratta di mettere in pratica questa visione. Street Flow 2 ha il cuore al posto giusto, ma non riesce ad arrivare al traguardo in termini di messaggio toccante. Mostra i tre fratelli ancora coinvolti nello stesso circolo vizioso di spargimento di sangue e di maledizioni da parte di alcuni membri della loro società, ma invece di sedersi semplicemente con i suoi soggetti per immergersi anche dal punto di vista emotivo, il film ricorre invece al chiasso visivo dell’azione.
Se per certi versi si ricollega all’immagine di Demba che evita di parlare di consultare uno “strizzacervelli” con suo fratello, purtroppo il film finisce per presentare un terreno superficiale per discutere il suo argomento. A volte, i personaggi finiscono addirittura per assumere la forma di caricature stereotipate, bloccate da un’unica mentalità, e così, la mancata crescita dei personaggi nell’arco dei 90 minuti colpisce duramente come un’ulteriore battuta d’arresto.
Senza darci una ragione per cui dovremmo fare il tifo per questi personaggi, il film si accontenta di una catena di azioni rumorose per rappresentare il caos all’esterno, ma non fa molto per trasmettere il conflitto che spacca la mente all’interno. È anche qui che i registi perdono l’opportunità di far sentire i loro personaggi come esseri quadridimensionali.
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Nel caso di Demba, la rappresentazione della sua salute mentale a pezzi è eccessiva e alla fine cattura un’immagine insensibile che non si collega mai del tutto a ciò che sta realmente passando. Le profondità e gli strati del suo conflitto mentale non vengono mai approfonditi e così l’unica cosa che avrebbe potuto portare avanti la storia finisce per limitare il trattamento di questi importanti problemi alla mera superficie.
E poi, all’improvviso, quasi dal nulla, il film cambia tono e colori e inizia a far proprio lo stato d’animo della beneficenza. Si dimostra che ce la sta mettendo tutta per presentarsi come portavoce dei problemi che i suoi personaggi affrontano, nel tentativo di estendere la sua immagine di universalità alle esperienze di altre persone della stessa comunità.
Ma i vani tentativi di tirare fuori questo sguardo umanistico finiscono solo per affogare ulteriormente. Street Flow 2 cerca di dire molto, ma la maggior parte di esso si presenta a porte chiuse senza preavviso, senza cercare di capire veramente la psiche del trio protagonista. E per lo stesso motivo, per tutta la sua durata, il film sembra essere confuso su ciò che vuole esprimere. C’è molto da trattare e quindi il piatto è pieno di idee, ma la stessa rappresentazione disordinata non fa altro che confondere ulteriormente lo spettatore.
Street Flow 2 film su Netflix: Pensieri finali
Sebbene sia indubbio che il film faccia del suo meglio per catturare la violenta realtà affrontata dai fratelli Traore, non riesce a stabilire un legame personale ed emotivo con nessuno dei loro personaggi. Anche la mancanza di un sentimento di fratellanza tra il trio è profondamente mancata durante la visione del film. Il loro tormentoso passato affiora a sprazzi, ma la tecnica narrativa non è necessariamente in grado di convincerci del perché abbia avuto una tale gravità nella vita di queste persone.
Se vi è piaciuto il primo film, dovreste sintonizzarvi sul secondo per vedere come si concludono le cose nel sequel, ma per quanto riguarda la rappresentazione, il film sceglie per lo più di prendere la strada del rumore invece di quella definita dalla gravitas pithy.
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