Recensione di The Freelancer: Creata da Neeraj Pandey, la serie thriller ha come protagonisti Mohit Raina, Anupam Kher, Kashmira Pardeshi, Ayesha Raza Mishra, Navneet Malik, Manjari Fadnnis, Sushant Singh, John Kokken, Gauri Balaji, Sarah Jane Dias e Navneet Malik insieme ad altri. La serie, basata sul libro del 2017 A Ticket to Syria di Shirish Thorat, è prodotta da Friday Storytellers e diretta da Bhav Dhulia ed è composta da 7 episodi, con i primi 4 episodi della prima parte in uscita il 1° settembre con una durata che va dai 40 ai 60 minuti.
La trama di Freelancer
Quando Aliya scompare in Turchia e suo padre muore in circostanze misteriose, il collega di quest’ultimo, Avinash, ora mercenario freelance, si addentra nelle viscere di un movimento estremista che sta prendendo piede in Siria per salvarla. Poiché la maggior parte delle persone considera questa missione un compito impossibile, Avinash promette di non fermarsi davanti a nulla finché non sarà in grado di salvare la giovane figlia del suo amico.
La recensione di The Freelancer non contiene spoiler.
La recensione di Freelancer
Il nuovo thriller d’estrazione di Neeraj Pandey fa leva su quella paura innata che la maggior parte delle persone ha di essere truffata in un matrimonio che porta a unirsi a un’organizzazione terroristica – una paura che probabilmente è stata sbloccata grazie a Kurbaan del 2009, uno sguardo grintoso e oscuro su un matrimonio fittizio e sulla situazione di una donna che cerca di uscire da una situazione molto grave. Il film, interpretato da Mohit Raina, esaspera quindi quella sensazione di assillo nella parte posteriore del cervello e vi attira con la sua narrazione serrata e la sensazione di imminente destino in ogni scena.
La serie, con episodi di circa 60 minuti, lascia spazio ai personaggi e alle situazioni in cui si trovano a respirare. L’Avinash Kamath di Mohit Raina non è solo un mercenario tarchiato di cui tutti parlano sottovoce: il suo tragico passato e la sua triste situazione attuale fanno sì che lo spettatore si immedesimi in lui quando si dà da fare per salvare una ragazza che conosce e ama da quando era bambina. In effetti, a tutti i personaggi viene fornita una sorta di storia passata a cui aggrapparsi, e quindi non si tratta solo di una ragazza rapita dall’ISIS. Ci si preoccupa per Aliya e si vuole che Avinash la salvi.
Questa situazione fa riflettere sul destino di coloro che non hanno uno zio mercenario. Qual è il destino della gente comune come Inayat che non ha conoscenze in alto loco – cosa succede a quelle ragazze che vengono rapite e portate in luoghi lontani, nascoste dal mondo in qualche buco infernale? Penso che la disperazione di Inayat e la sua corsa da un pilastro all’altro siano uno specchio di ciò che può essere la situazione di un padre in queste situazioni e vi riempirà il cuore di empatia e di paura per lo stato delle cose nel Paese e per il ruolo che il governo svolge nel tenere al sicuro i suoi cittadini.
A parte questo, The Freelancer fa un ottimo lavoro nel mantenere i suoi aspetti emozionanti, mentre passa da una parte all’altra della questione e ci dà un contesto alla relazione e a chi è Avinash. Credo che quest’ultimo aspetto sia stato un po’ troppo accentuato, ricordando al pubblico che non si può scherzare con lui. Lo capisco, ma una o due volte è sufficiente; forse ridurre la durata sarebbe stata una scelta migliore in questo senso. In ogni caso, non è una cosa che vi rovinerà l’esperienza. Semmai, un po’ di fast-forward non guasterebbe.
Mohit Raina ha l’aspetto del “Freelancer”: fisicamente sembra proprio un mercenario a pagamento e ha l’aria di chi è mentalmente un individuo forte e senza fronzoli, capace di affrontare missioni che altri non sarebbero in grado di affrontare. Kashmira Pardeshi nel ruolo di Aliya, una sposina spaventata a cui è stato tolto il tappeto da sotto il naso, interpreta in modo convincente proprio questa parte, e ci si sente male per lei e si ha paura per lei in una situazione sconosciuta e molto pericolosa. C’è qualcosa di così “possibile” nello scenario descritto che vi farà ripensare ad alcune delle vostre scelte di vita e vi darà problemi di fiducia.
Credo che la mia più grande lamentela nei confronti della serie, tuttavia, sia il fatto che venga pubblicata in due parti. Non capisco il senso di tutte le serie web che al giorno d’oggi escono a distanza di mesi, soprattutto perché è per lo più inutile e il più delle volte si rischia di dimenticare cosa è successo nella prima parte quando si vede la seconda parte due mesi dopo. La serie si conclude con un confuso cliffhanger, non solo fastidioso, ma anche molto improvviso. E ora non vi resta che aspettare i mesi che Hotstar impiegherà per darci l’azione vera e propria e la carne della storia!
Recensione di The Freelancer: Pensieri finali
Il thriller di estrazione di Mohit Raina è sorprendentemente interessante e avvincente. Con la paura di trovarsi in una situazione del genere, una paura che la maggior parte delle donne ha (giustamente), la serie si mantiene avvincente dando ai suoi personaggi storie importanti e spesso emotive, che fanno sì che ci si preoccupi dei personaggi e dei loro viaggi mentre la situazione diventa sempre più tesa. The Freelancer potrebbe quindi essere il perfetto compagno di avventure di questo fine settimana.
The Freelancer è in streaming su Hotstar.
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