Il mio nome è basato su una storia vera?

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Il noto regista televisivo sudcoreano Kim Jin-min (‘Forever Love’, ‘God of War’) collabora con la scrittrice Kim Ba-da per infondere vita al revenge thriller K-drama ‘My Name’. La storia ruota intorno a Yoon Ji-woo, orfana e socialmente emarginata, che si rifugia nella banda criminale di Dongcheon, decisa a vendicarsi. L’assassino di suo padre apparteneva presumibilmente alle forze di polizia, e lei assume una falsa identità per penetrare nel tessuto di corruzione del dipartimento di polizia.

Tuttavia, la sua ricerca porta alla luce domande sui suoi ricordi, sui suoi sentimenti e sulla sua percezione. È troppo tardi quando scopre di essere stata una semplice pedina nel gioco di qualcun altro. Dipinto con un lavoro di camera lussureggiante e una colonna sonora cerebrale, il dramma vale la pena di essere divorato. Tuttavia, vi starete chiedendo se c’è un granello di verità nel racconto della vendetta. Bene, allora mettiamo fine ai vostri dubbi.

My Name è basato su una storia vera?

No, ‘My Name’ non è basato su una storia vera. La serie è diretta dal famoso regista di K-drama Kim Jin-min, che ha rifiutato diverse sceneggiature prima di accettare questo progetto. La sceneggiatura in questione è scritta da Kim Ba-da, che costruisce la narrazione sui temi della vendetta, dell’identità, della famiglia, che non sono insoliti nei drammi coreani. Tuttavia, lo scrittore crea personaggi convincenti con i quali il pubblico può relazionarsi, e la storia diventa più credibile quando le loro vite intrecciate arrivano a un punto morto.

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Il regista Kim Jin-min era alla ricerca di un progetto degno dopo il suo teen crime drama di Netflix ‘Extracurricular’, anch’esso molto ambito dai fan. Il regista non aveva fatto nessun thriller d’azione per un bel po’ di tempo, e ha pensato di tornare al genere. Contestualmente, il successo di inizio carriera di Jin-min Time Between Dog and Wolf ha vinto diversi premi e riconoscimenti e ha messo il regista sulla mappa nazionale. Il dramma d’azione-romanzo degli esordi lascia le sue ombre inconfondibili in ‘My Name’, poiché la storia segue una traiettoria di vendetta simile.

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Nella prima serie, Lee Soo-hyun viene adattata dall’agente NIS Kang Jung-ho in seguito al brutale omicidio della madre di Soo-hyun. Crescendo diventa un agente della NIS e svela una sinistra verità sul suo destino contorto. La storia viene ribaltata in My Name, dove il protagonista maschile viene scambiato con una protagonista femminile allevata da un gangster. Il tema della vendetta è onnipervasivo in entrambe le serie, poiché rimane un passato morigerato e un’angolazione romantica a legare a terra i protagonisti alienati. Ma Han So-hee finalmente distingue il dramma dagli altri con la sua lodevole recitazione.

Il regista ha fatto sì che Han So-hee, un’attrice altrimenti nota per aver interpretato protagonisti romantici in ‘The World of the Married’ e ‘Nevertheless’, si impegnasse nel suo ruolo, e lei ha eseguito senza paura alcune acrobazie difficili nella serie. Le ha fatto capire che questa potrebbe essere una rara opportunità per la star di sfidare gli stereotipi. I drammi di vendetta non sono rari nella televisione coreana, ma il tema è stato raramente applicato a qualche protagonista femminile. Il dramma si distingue dalla massa, grazie alla performance stellare di So-hee, le cui espressioni vivide rendono la grinta della storia palpabile e la rabbia abbastanza reale.