Dopo il reveal di Far Cry 6, il direttore narrativo del gioco ha dovuto insistere che il gioco non è una dichiarazione politica contro Cuba.
In Far Cry 6, i giocatori si trovano nell’isola di Yara, chiaramente ispirata a Cuba. Secondo Navid Khavari, il direttore narrativo del gioco, il gioco non è una frecciatina contro il paese latinoamericano.
Il team di Far Cry ha trascorso un mese a Cuba per la ricerca
Nel nuovo Far Cry, la narrazione ruota intorno a una rivoluzione contro un brutale dittatore latino nei Caraibi. L’isola di Yara è culturalmente simile a Cuba, fino ai veicoli classici e persino all’architettura generale.
Secondo un’intervista del 2020, non solo l’ambientazione è ispirata a Cuba, ma era un solido facsimile. Notano come il loro team abbia vissuto nella nazione per un mese, imparando la cultura e facendo ricerche.
In un’intervista più recente, Khavari spiega che anche se tutto è finto-Cuba, il gioco non è una dichiarazione politica. Piuttosto, nota che capisce le sfumature della situazione da un punto di vista esterno.
L’ispirazione originale è stata Guerilla Warfare e quello che è la fantasia della guerriglia, che è ovviamente legata alla rivoluzione, ha notato Khavari. Quando si parla di guerriglieri, si pensa ai guerriglieri degli anni ’50 e ’60. Siamo andati a parlare con i veri guerriglieri che hanno combattuto allora e ci siamo innamorati delle loro storie.
Ma ci siamo anche innamorati della cultura e delle persone che abbiamo incontrato. Quando ne siamo usciti, non è che abbiamo sentito di dover fare Cuba, ci siamo resi conto che è un’isola complicata e il nostro gioco non vuole fare una dichiarazione politica su quello che sta succedendo a Cuba nello specifico.
Al di là di questo, ci stiamo ispirando ai movimenti di guerriglia in tutto il mondo e nel corso della storia. Per noi, ci sembrava che fare l’isola di Yara ci avrebbe aiutato a raccontare quella storia pur essendo molto aperti con la nostra politica e la nostra ispirazione.
Ubisoft non è nuova a titoli politicizzati
Far Cry 6 non è il primo gioco che ha connessioni politiche e polemiche all’interno di Ubisoft. Molti dei suoi giochi hanno temi di cospirazione, terrorismo, fascismo e sorveglianza del governo.
Ubisoft insiste sempre che queste non sono politiche, ma lo sono. Il termine giusto, però, è che questo tipo di politica non è rivolta a nessuno. Cuba come stato è un paese complicato, con un paesaggio che sembrava sigillato durante la guerra fredda.
Non ha senso speculare se Far Cry 6 sia politico o meno. È tutto da vedere finché non ci sarà più gente che giocherà al gioco.
Immagine per gentile concessione di Ubisoft/Youtube Screenshot
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